Will Shoot People for Food™
Photography by Gabriele Correddu

Taipei, Taiwan – Il primo impatto

Parlo tanto del mio viaggiare, sempre. Come se non facessi nient’altro.

E in un certo senso è vero – non faccio quasi nient’altro di cui valga davvero la pena parlare.
Viaggi e foto, foto e viaggi.

Il 2 Novembre, sono partito per l’ennesimo viaggio della speranza – destinazione: Taipei, Taiwan.

Con mia grande sorpresa, molti fra i miei amici e parenti non avevano esattamente ben chiaro dove si trovasse. Molti avevano in mente il vago concetto di made in Taiwan, che nulla ha a che vedere con la vita quotidiana di un Paese, così come il made in Italy nulla ha a che vedere con l’Italiano medio.

In ogni caso – il viaggio è durato quasi 48 ore. Touchdown a Taipei il 4 Novembre, circa 11:30, giusto in tempo per il pranzo.

Cloud Backup – l’importanza di un piano B

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È successo a tutti di perdere dei file. Distrazione, danni hardware, smarrimenti, ransomware, furti – aggiornamenti Windows 10 – e via dicendo. Normalmente, l’unica soluzione è usare programmi come Recuva, o disperarsi. Ma, nell’epoca del cloud computing, l’alternativa c’è: il cloud backup.

Questo articolo contiene un TL;DR a fondo pagina.

Vero – cosa significa (in Italiano) per i content creators?

Nell’ultima settimana, in segno di (ennesima) protesta contro gli algoritmi contro-intuitivi con i quali Instagram propone contenuti ai propri utenti, si è assistito all’ascesa virale di Vero, una app social sviluppata originariamente nel 2015 proprio come alternativa a Instagram – ad free, momentaneamente gratuita [fonte: ITA, ENG], e mirata soprattutto a chi i contenuti li crea. Nel giro di poco più di una settimana, i download sono arrivati a raggiungere/superare il milione sul Google Play Store.

E ovviamente, essendo il 2018, non poteva mancare la controversia.

“Fotografazione” – o “in difesa dell’Immagine Fotografica autonoma e indipendente”

Scrivo quanto segue come sfogo egoista ad una mia personalissima frustrazione nei confronti della retorica moderna circa il formato espressivo “standard” di certi generi fotografici, che finiscono per tentare di sopperire ad una evidente pochezza formale (o anche concettuale) zavorrando l’Immagine con parole di dubbia necessità, pertinenza, o significato.

Per quanto, da profano apprezzatore dell’Arte Moderna, io accetti il concetto per cui “idea > forma”, trovo comunque che questa massima troppo spesso sia utilizzata come scudo per lavori mediocri, semplicemente allegando, quasi sempre del tutto a posteriori, titoli e/o didascalie che poco hanno a che vedere con l’opera, e che ben poco o nulla affatto possono per migliorare, o quanto meno fornire una chiave interpretativa interessante, efficace, o anche destabilizzante, a immagini o progetti altrimenti meglio definiti come approssimativi.